SANTA BARBARA PROTEGGE DAI FULMINI

 

IMG_3968 (767x1024)Il dipinto raffigura Santa Barbara che scaccia il diavolo dal Santuario di San Nicolò in Voltri sopra cui si è scatenata una terribile tempesta di fulmini.

Quello delle saette era un problema con cui i frati cappuccini, che abitavano il convento fin dal 1569, convivevano da anni senza che si trovasse il modo di porvi rimedio. Nel 1675, oltre ai consueti danni al coro e agli arredi, una saetta aveva addirittura colpito e ucciso un religioso e un lavorante che si trovavano nel retro dell’altare.

Per porre fine a questi incidenti e garantire pace e tranquillità ai frati, nel 1710 era stato introdotto nel Convento il culto di Santa Barbara.

In quella circostanza venne fatto dipingere da un religioso questo quadro che, secondo quanto apprendiamo dalle Memorie del Convento, avrebbe dovuto essere collocato in refettorio ed esposto sull’altar maggiore solo in occasione della festa della Santa, il 4 dicembre, durante le funzioni a lei dedicate.

La scena rappresentata può essere idealmente divisa in due parti: nel registro superiore Santa Barbara, raffigurata con gli attributi caratteristici (la palma che allude al martirio e la torre che evoca la prigionia a cui la costrinse il padre per via della sua conversione al cristianesimo), allontana il demonio sullo sfondo di un cielo nero e tempestoso.

Nel registro inferiore troviamo la grandiosa raffigurazione del Convento e soprattutto del suo orto, descritto con gli alberi da frutto e le verdure di stagione. Sotto il pergolato due frati invocano aiuto sotto gli occhi incuriositi dei loro animali domestici.

Tutto il complesso è recintato e in basso spicca il muraglione che lo divide dalle altre proprietà. Alle spalle del convento si intravedono i cipressi e i lecci piantati dai frati come riparo dai forti venti che provengono dalla valle.

La grandiosa visione dall’alto ci permette di osservare sullo sfondo alcuni elementi che connotano fortemente il paesaggio e permettono di collocare geograficamente il Santuario: a destra spicca sulla collina l’abitato di Mele in Val Leira, mentre a sinistra emergono gli edifici identificabili con le “fabbriche” da carta dell’omonimo paese in Val Cerusa.

Emanuela Spada

 

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