Bombe su Genova

Un ex voto di Santa Maria di Castello contiene una pagina di storia della città di Genova e l’iconografia antica della facciata della chiesa. Rappresenta il  bombardamento navale su Genova, ordinato del Re Sole nel 1684, in cui le navi francesi scaricarono sulla città tredicimila bombe, tra incendiarie e dirompenti. Nel quadro si vedono la facciata della chiesa dei Domenicani con lo sfondo del mare antistante il porto, da dove è ancorata la flotta francese. Sulla sinistra si vede l’altare del Crocifisso miracoloso, portato a Genova dai Crociati: il pittore l’ha collocato all’esterno, mentre in realtà si trova all’interno nella cappella omonima:  un frate  domenicano guida quattro personaggi in abiti nobili a chiedere la grazia. E’ interessante osservare nel dipinto com’era la facciata di Santa Maria di Castello al tempo del bombardamento. Si vede  ancora, aggettante sulla facciata, la cappella di Onorina Spinola, a strisce bianche e nere, che conteneva la grande pala d’altare raffigurante l’incoronazione della Vergine di Ludovico Brea, dipinta nel 1513; inoltre le finestre ad arco e il tratto di catene appese sopra il portale di centro in spregio ai pisani, portate via dal porto di Pisa dai genovesi nella  battaglia della Meloria (1284) e restituite dopo l’unificazione italiana. Il restauro del  1847 eliminò la cappella Spinola,  trasformò in monofore le finestre ad arco e collocò la pala del Brea all’interno della chiesa, oggi nel museo. Il bombardamento francese del 1684 fu dirompente per la città: furono colpiti chiese e palazzi, compresa la cattedrale e il chiostro dei Canonici, dove sono tuttora conservate due grandi palle di pietra, sparate dai francesi. Delle bombe incendiarie si conserva un campione nel museo di Santa Maria di Castello: è una palla di ferro contenente materiale incendiario che aveva il potere di distruggere le travature dei tetti e tutto il materiale ligneo presente negli edifici storici. In questo caso l’ex voto è un documento importante, forse l’unico, rimasto a documentare una pagina di storia della città di Genova e dell’iconografia della chiesa dei Domenicani.

 

Giovanni Meriana

 

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